Non è più il caso di minimizzare un problema che abbiamo sotto gli occhi. La dipendenza da “smartphone” è talmente diffusa che i dati sono sconcertanti. Addirittura a causa dei dispositivi digitali negli Stati Uniti è addirittura diminuito il consumo di droge classiche come cannabis, cocaina, eroina ecstasy. Perfino il consumo di alcolici da parte degli adolescenti è diminuito. Questo sarebbe positivo se non fosse che la dipendenza da smartphone è una vera e propria malattia al pari delle altre dipendenze.

La dipendenza da smartphone in Italia

Qual’è la situazione in Italia? Secondo uno studio dell’Osservatorio Nazionale sull’Adolescenza i numeri parlano chiaro. Il campione di adolescenti osservato è stato diviso in 2 gruppi:

  • 3900 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni;
  • 9000 gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni.

Dallo studio è emerso che il 46% dei ragazzi più giovani rimaneva attaccato al telefono per un massimo di 2 ore al giorno. Nel secondo gruppo invece il 44% arrivava a stare attaccato al telefono anche 6 ore a giorno.

Il presidente dell’Osservatorio Maura Manca, ci spiega in sintesi che più i ragazzi crescono più aumenta il tempo con il trascorso al cellulare.

Inutile girarci intorno, all’origine del problema ci sono i genitori. Anche perché proprio loro non riescono più a dare il buon esempio.

La responsabilità dei genitori in tal senso è totale.

Fornire un cellulare o un tablet ad un bambino di appena 10 anni senza guidarlo nella gestione quotidiana equivale a delegare l’educazione di propri figli all’informazione che viaggia attraverso questi dispositivi.

Da cosa scaturisce la dipendenza da smartphone?

Sembrerebbe che al centro di questa nuova dipendenza ci sia l’incapacità di gestire i momenti di noia o di pausa. Di fatto i giovani non riescono a crearsi una alternativa costruttiva di qualche tipo.

Non ci dimentichiamo però che non è solo una questione culturale, sappiamo benissimo, lo dimostrano ricerche recenti che la dipendenza da smartphone fonda le sue basi nel meccanismo della “ricerca della ricompensa dopaminica”. La dopamina è l’ormone del benessere e del piacere. Questo ormone, immesso nel sistema circolatorio, crea dipendenza ed assuefazione con l’effetto (nn trascurabile) di indurci alla ricerca di una costante gratificazione. Una vera e propria dipendenza “chimica”. Un esempio che valga su tutti è la gratificazione che si prova quando si riceve una risposta ad un messaggio su WhatApp o un commento ad un post di Facebook.

Per questo motivo non possiamo minimizzare il problema affermando che questa è solo una moda o un pericolo “dei tempi che corrono”.

Quali sono le conseguenze della dipendenza da smartphone?

La dipendenza patologica da smarphone è relativamente “nuova” e gli studi sono ancora in corso. Non sappiamo realmente quali potranno essere gli effetti sul lungo periodo. Certamente abbiamo già alcuni segnali di allarme.

I problemi che stanno emergendo sono di varia natura:

Ansia, paura, alterazione dei cicli del sonno e della veglia, ipervigilanza, nomofobia, FOMO (fear of missing out) ovvero la paura di essere esclusi dai social o delle informazioni che circolano sulla rete. A queste si associano anche problemi fisici come artrosi alle dita (il famoso “pollice da smartphone”) e i dolori cervicali dovuti alla postura che si assume durante la lettura del cellulare.

Queste sono solo alcune delle problematiche connesse all’uso eccessivo dei dispositivi digitali. La ricerca svolta dalla Scuola di Informatica ha contato più di 70 problemi e probabilmente sono solo una piccola parte di quelli che ancora devono emergere.

Quali soluzioni per evitare che i figli diventino dipendenti dallo smartphone?

Le soluzioni drastiche che prevedono la privazione totale dei dispositivi digitali non portano a nulla. Sono dei palliativi passeggeri e non aiutano l’adolescente. L’obiettivo è imparare a gestire il problema.

Dialgo, regole chiare e tanta educazione sull’argomento “smartphone”. Questo è l’inizio di un percorso che deve vedere coinvolti genitori, tutori, insegnanti e figli. L’obiettivo è riportare gli adolescenti al contatto con il mondo reale attraverso un “fare cose” evitando di cadere ogni volta nella finzione del “virtuale”.

Possiamo porre alcuni semplici regole familiari per iniziare questo percorso di cambiamento.
Alla base deve esserci il dialogo paziente dei genitori con i figli. Definire del tempo da trascorrere insieme per parlare (anche dello smartphone) può essere utile a riportare gli adolescenti ad assaporare al profondità del dialogo e del confronto verbale.

Disporre delle regole chiare da mantenere nel corso del giorno come ad esempio evitare di usare il cellulare a tavola, al ristorante o nei momenti sociali come l’aperitivo e le feste.

Nel libro “Pericoli del Digitale” abbiamo predisposto una serie di utili consigli e strategie per una digital detox adatta ad adulti e bambini.